Parliamone con Tiziana

Intervista

Oggi si parla di Sostegno a Distanza | SAD

Il SAD è acronimo di sostegno a distanza che, nel corso degli anni, si è sostituito all’espressione comunemente usata di “adozione a distanza”. Non essendo una vera e propria adozione, per una questione logica ed etica si è passati ad usare la terminologia di “sostegno a distanza”.

Nel sostegno a distanza si parla soprattutto di bambini, anche se è una modalità di sostegno estendibile ad altre categorie di beneficiari, come ad esempio i seminaristi o gli animali.

Il sostegno a distanza cosa fa? Si tratta di una quota annuale che il donatore versa periodicamente e che arriva nelle casse della nostra associazione. Sono fondi che usiamo per la gestione di un progetto a favore di un gruppo di bambini di una comunità, di un villaggio, di una scuola, di un asilo, di un orfanotrofio.

Qual è l’obiettivo del sostegno a distanza?

È quello di raccogliere il maggior numero di donazioni abbinando un bimbo, un beneficiario, che diventerà il destinatario di quella donazione da parte di un dato donatore.

È un istituto sostanzialmente formale, tutti i denari destinati al SAD entrano nel grande calderone di un progetto che l’associazione realizza tramite a quei fondi raccolti, di cui fa parte anche il beneficiario sostenuto dal SAD.

Il sostegno a distanza però ha il presupposto fondamentale di creare una relazione estremamente stretta, fitta, affettiva tra il donatore e il bambino/beneficiario.

Perché? Perché nessuno di noi si innamora di un gruppo di persone, ci innamoriamo di un essere umano, amiamo un bambino, se sono figli nostri amiamo anche due bambini.

Però è più facile gestire la vicinanza, l’essere prossimi se è un singolo individuo. Se poi è un bimbo, se poi è molto piccolo, è ancora più facile.

Su questo presupposto si tesse una relazione di parole, di scrittura, di informazioni, di conoscenza, che lentamente progredisce.

Parliamo delle altre categorie di beneficiari

Ogni soggetto destinatario della nostra mission può entrare nella dinamica del sostegno a distanza: animali, mamme, studenti, alberi….

La prima cosa fondamentale da fare è costruire la relazione. Il sostegno a distanza è una relazione continuativa, quindi ci sono passaggi specifici da fare.

Quando un donatore fa la sua prima donazione, in fondo, un po’ gli piacciamo. Se dona di nuovo forse si sta pigliando una cotta, ma solo se si innamora di noi, se si innamora del progetto lui diventerà un donatore regolare.

È statisticamente provato che chi diventa sostenitore SAD rimane mediamente all’interno dell’associazione per cinque anni. Quindi è un donatore di straordinario valore che va coccolato, va curato, va informato.

È importante che l’associazione contatti il donatore anche personalmente quando può, come se fosse quasi un major donor. E giusto che si restituiscano contenuti, informazioni, precisione, impatto della donazione e tutto quanto serve per farlo sentire davvero partecipe di un grande progetto.

Il sostegno a distanza è quindi un enorme valore per l’associazione

Il sostegno a distanza ha una serie di valori importanti che giocano un ruolo cruciale nella strategia di un’associazione, il primo tra tutti è la fidelizzazione. Tu sei certo che quel donatore resterà al tuo fianco per un periodo mediamente lungo della sua vita di donatore. Questo è il primo valore in assoluto. Vuol dire che ha capito la tua missione, vuol dire che ti ha scelto.

Ricordiamoci una cosa però molto importante. Molti dei donatori SAD che vengono acquisiti tramite il face to face, il web o tramite anche le operazioni di mailing all’inizio si innamorano di più del bimbo che dell’associazione.

Dobbiamo stare molto attenti, dobbiamo far capire bene al nostro donatore che quella figura che sostiene è collegata a stretto filo con l’associazione.

È cruciale come si costruisce la relazione son il sostenitore a distanza

Sì, è importante che ci sia nella sua mente il collegamento tra bambino e associazione. Perché, altrimenti, ci sentiamo dire “io ho un’adozione a distanza, bellissimo, gli mando i soldi, va a scuola, sta studiando, si chiama Giuseppe” .

Quindi tu chiedi “con quale associazione?” e lui risponde  “ah non lo so, forse sono quelli di Roma, quelli di Milano, sono quei preti là…”. Non va bene, è importante che il donatore sappia qual è l’associazione che sostiene con il SAD. Altrimenti si perde l’elemento identitario, che viene sostituito dalla figura del bambino.

Una relazione forte tra donatore e associazione è fondamentale perché il bambino cresce. Noi ci scontriamo con donatori che vogliono ancora avere nel loro piano di adozione a distanza un bambino che ormai è diventato un uomo. Ha compiuto 18 anni, fa il soldato, deve partire per il militare, oppure sta andando all’università.

Nel momento in cui il donatore ama anche l’associazione, l’associazione non ha problemi a dire “guarda, è diventato grande, è cresciuto…”. Il SAD presenta molteplici problemi, a un certo punto ci sono SAD che devono essere necessariamente interrotti per tante ragioni: la famiglia si sposta, il ragazzo è adulto, o per altre vicende come guerre, conflitti, catastrofi, malattie…

Con il SAD l’associazione riesce a pianificare i suoi interventi

Confermiamo che la donazione regolare è un sostegno strategico in ottica di assicurarsi entrate sicure nel corso del tempo.

E la scelta di regolarità del donatore non dipende, ed è solo in parte influenzata, dalla modalità con cui viene fatta. Racconto quanto abbiamo imparato sul campo: quando abbiamo iniziato a  fare i SAD nei nostri mailing, a lato del conto corrente postale si raccontavano con grande enfasi le buone ragioni per diventare un donatore regolare con la domiciliazione bancaria, per esempio “non fai code in posta, hai la certezza della donazione, … ” tante altre cose.

Ci siamo resi conto che in realtà al donatore sul Direct Mailing non importa di far le code in posta. Mediamente ha 70 anni, è felice di andare in posta, se ci sta anche un po’ di più si fa quattro chiacchiere con gli amici e poi va al bar ed è contento, qui non è un valore.

Per un’associazione contare su un’entrata sicura permette di pianificazione ed è possibile comunicarlo al donatore per farne capire il valore: “se tu ci dici che per un anno ci darai quei soldi noi riusciamo a pianificare meglio i nostri interventi in quella terra, riusciamo ad accudire meglio quel bambino, riusciamo a fare meglio quel servizio che tu ci chiedi di fare”.

Ci sono altri aspetti favorevoli da sottolineare?

Un altro plus del sostegno a distanza è che si riducono i costi di gestione della donazione, si abbattano fortemente, per esempio si postalizzano meno comunicazioni per cui si risparmia sulla stampa e sulla postalizzazione, per per esempio. È tutto più semplice.

La comunicazione col donatore SAD diventa più snella, non gli devo chiedere tutti i mesi una donazione per far sì che la gran parte del mio database mi faccia almeno una donazione una volta l’anno.

Il donatore SAD non necessita di ciò. Un donatore regolare posso lentamente convertirlo, integrare la comunicazione con lui con il web che è una comunicazione che mi costa meno, attraverso la newsletter, attraverso contatti frequenti fatti con altri strumenti, magari meno dispendiosi del cartaceo.

Il video dell’intervista a Tiziana