Creatività 5×1000, una scelta strategica

Il nostro mini sondaggio sul 5×1000 ci racconta che la maggior parte delle associazioni conclude la creatività della campagna entro marzo, che declina principalmente in attività di advertising offline & online e direct mailing.

Ed è giusto, perché il picco delle presentazioni delle dichiarazioni dei redditi è proprio a giugno, con il 19% dei contribuenti alle prese con questo adempimento fiscale.

La creatività gioca un ruolo importante nel successo della campagna 5×1000 perché spicca chi ha un messaggio diretto e coinvolgente.

Ma è fondamentale saperla veicolare, cogliendo tutte le occasioni possibili.

Quali sono gli aspetti da conoscere e su cui riflettere?

Aumentano le persone che aderiscono al “percentage philantrophy” del 5×1000

Con “percentage philantrophy” si intende un meccanismo definito per legge che permette ai contribuenti di destinare una percentuale delle loro tasse a un ente impegnato in attività di utilità pubblica.

Con una cifra di 510 milioni di Euro da distribuire tra gli aventi diritto, nel 2019 le preferenze totali a favore del 5×1000 raggiungono 16,8 milioni di italiani, con circa 300mila preferenze in più rispetto all’anno precedente. È anche aumentato il numero dei contribuenti, da 41,2 milioni si è passati a 41,36 milioni, oltre il 68% della popolazione totale, e a quasi l’80% della popolazione in età lavorativa.

Quindi, semplificando, quasi 1 italiano su 2 destina il 5×1000 ad un ente non-profit.

Ma aumentano anche le associazioni che partecipano alla campagna 5×1000

Nel 2019 sono stati ammessi 69.451 enti al riparto della percentage philantrophy del 5×1000, 2.783 soggetti in più rispetto all’anno precedente.

Nei prossimi anni questo dato è destinato ad aumentare. Infatti la nuova riforma dell’istituto del 5×1000, finalizzata a luglio 2021 con la firma  del DPCM da parte del premier Conte, rende possibile accedere al percentage philantrophy a un numero maggiore di soggetti rientranti nella categoria “enti di volontariato”: non saranno più solo le onlus ma tutti gli enti del terzo settore iscritti al Registro Unico del Terzo settore.

In generale crescono tutte le categorie, soprattutto gli Enti del volontariato e le Associazioni sportive, solo i Comuni perdono leggermente

Come sappiamo le categorie di beneficiari del 5×1000 sono a) Enti del volontariato b) Enti della ricerca scientifica e Università c) Enti della ricerca sanitaria d) Associazioni sportive dilettantistiche e) Enti dei beni culturali e paesaggistici f) Enti gestori delle aree protette g) attività sociali del Comune di residenza.

Nel 2019 agli enti del volontariato sono stati destinati circa 336 milioni di euro. Per la ricerca scientifica e gli enti dell’università sono stati destinati poco meno di 66 milioni a 500 enti. Agli enti della ricerca sanitaria, 106, sono stati destinati quasi 72 milioni. I comuni ricevono quasi 15 milioni di Euro, così come le associazioni sportive dilettantistiche. Gli enti dei beni culturali e paesaggistici, in prevalenza FAI, ricevono quasi 2 milioni di Euro. Infine gli enti gestori di aree protette ottengono quasi 304 mila Euro.

Fare una campagna 5×1000 è sempre sinonimo di successo

Bisogna considerare il fenomeno soprannominato da alcuni di “polverizzazione” delle risorse disponibili per gli enti che non sono nella classifica alta dei beneficiari. Ovvero, se circa il 34% delle destinazioni del 5×1000 va a favore dei primi venti enti indicati nelle dichiarazioni dei redditi, le risorse che rimangono sono distribuite tra migliaia di altre realtà.

Ciononostante, qualsiasi ente, grande o piccolo che sia, può sfruttare al massimo la sua brand identity e le sue peculiarità per diffondere la sua richiesta.

È importante focalizzarsi sulla creatività, capire se vi è un “tesoretto” di anagrafiche a disposizione su cui lavorare, identificare con esattezza come si intende raggiungere i potenziali sostenitori.

I risultati verranno raggiunti in base alle forze messe in campo, ma saranno comunque tangibili.

Agli enti non basta registrarsi per accedere all’istituto del 5×1000 per poterne beneficiare, per questo ogni anno alcune migliaia di soggetti non riescono a raccogliere neanche una firma. Ciò è sinonimo di un deficit nel piano di marketing.

Nel 2015 sono stati circa 1.850, nel 2016 quasi 1.960, nel 2017 2.225, nel 2018 2.256 e nel 2019 2.650.

Chi è il donatore tipo

Incrociando i dati forniti dall’Agenzia delle Entrate e usando un’indagine a campione realizzata dalla Fondazione Crc di Cuneo, si possono desumere queste informazioni:

Cambia la percentuale di destinazione a seconda del modello della dichiarazione dei redditi: circa il 72% fa la scelta del 5×1000 se utilizza i modelli unicoPF e 730, mentre meno dell’1% destina con il modello 770 (CU)

La maggior parte degli italiani destina ad un ente specifico (quali l’88%)

Il sesso del contribuente non sembra un fattore rilevante rispetto alla scelta del 5×1000

La scelta del 5×1000 aumenta con l’età del contribuente, fino ad arrivare al picco oltre al 93% dei contribuenti oltre i 65 anni

Un altro fattore importante è il livello di istruzione: l’83% di chi ha un livello di istruzione fino alla licenza media dona, quai l’82% di chi ha il diploma di scuola superiore dona, e quai il 92% di chi ha conseguito la laurea o un titolo superiore dona. PS la relazione tra livello di istruzione e scelta del 5×1000 è mediata dall’età

Anche la posizione lavorativa del contribuente appare particolarmente significativa: il 96% dei dirigenti destina al 5×1000

Inoltre influisce anche il settore lavorativo di appartenenza: il 70% di chi lavora nell’industria e nell’agricoltura destina il 5×1000, l’86% di chi lavora nei servizi e ben il 90% di chi lavora nella pubblica amministrazione

Anche la fede religiosa è una variabile significativa: il 92,6% di coloro che si dichiarano “credenti praticanti” ha destinato il 5×1000

Così come è da considerare i contribuenti che fatto attività di volontariato, ben il 94% dichiara di fare la destinazione del 5×1000, prevalentemente al proprio settore

Dall’indagine emerge che l’88% di chi ha dichiarato di essere interessato a questioni politiche è propenso a destinare il 5×1000

Adesso facciamo brain storming per potenziare la tua campagna 5×1000: alcune suggestioni in generale

Database

Una prima cosa da fare è capire quante preferenze abbiamo ricevuto rispetto al numero di anagrafiche nel nostro database.

Il primo pubblico a cui rivolgersi è chiaramente quello che è già entrato in contatto con noi.

La percentuale di scarto tra preferenze e anagrafiche a disposizione è fisiologico? Cosa intendiamo per “fisiologico”? Potrebbe essere interessante fare un sondaggio sui propri sostenitori per raccogliere alcune informazioni su di loro e, contestualmente, fare un’operazione promozionale della campagna 5×1000: parlarne è già sottolineare l’importanza di sostenerci attraverso la destinazione del 5×1000.

La percentuale di scarto tra preferenze e anagrafiche è estremamente alto? Vuol dire che dobbiamo potenziare l’attenzione dei nostri sottoscrittori sull’importanza di sostenerci con il 5×1000. Analizziamo il database in base ai donatori che donano con frequenza, con somme importanti, di recente e possiamo decidere di lavorare soprattutto su di loro. Sono raggiungibili online? Offline?

Anche in questo caso fare un sondaggio diventa importante, per poter raccogliere informazioni relative all’età, al tipo di occupazione, ad altre caratteristiche importanti che emergono dal profilo del sottoscritore tipo del 5×1000. Di nuovo, il sondaggio diventa utile anche per promuovere la richiesta di sostegno.

Tipologia dell’ente

Sei un ente con una forte connotazione territoriale? In caso affermativo come puoi sfruttare al meglio questa caratteristica nelle attività promozionali? Per esempio, quanto riesci a interagire con gli uffici che si occupano di fornire consulenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi?

Sei un ente religioso? Di volontariato? Legato a campagne di sensibilizzazione su tematiche sociali o ambientali? Ti occupi di animali? Ognuna di queste caratteristiche può portarti a focalizzare le tue attività promozionali, per esempio l’advertising online può profilare significativamente l’audience di riferimento, con test ad hoc, controllando i costi che possono essere contenuti.

Affidabilità

Come costruisci l’affidabilità del tuo operato agli occhi dei tuoi potenziali sottoscrittori? Oltre agli strumenti standard di accountability – bilancio certificato e pubblicato online, documentazione delle attività sul sito web e comunicazioni ad hoc cartacee, partecipazione attiva nel diffondere le tematiche di riferimento in contesti vari – indichi con chiarezza come vuoi utilizzare i fondi ricevuti attraverso il 5×1000? Ogni anno a consuntivo, rendiconti come hai utilizzato i contributi del 5×1000?

Per proseguire

Il brain storming è solo avviato, ma già mostra che un’attenta analisi dei dati a disposizione o idealmente necessari serve per capire quali strategie porre in essere per potenziare la propria campagna 5×1000.

Per continuare è necessario passare dal generale allo specifico del singolo ente.

tico agency mette a disposizione la sua competenza per ottimizzare la tua campagna 5×1000 e raggiungere risultati ragguardevoli.

 

Contattaci per parlarne insieme!

 

 

 

Fonti dell’articolo: Agenzia delle Entrate, BVA DOXA, Vita, NP Solutions, Fondazione Crc di Cuneo.

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