Parliamone con Tiziana

Intervista

Il sostegno a distanza

Il SAD – sostegno a distanza si basa sulla forte relazione che si costruisce con il donatore e il soggetto del nostro SAD, attraverso la narrativa di una comunicazione e di una serie di mailing.

Parliamo del binomio donatore – bambino, o animale, o vecchietto, o studente, chiunque esso sia il nostro beneficiario. Parliamo di una relazione forte, affettiva, vicina, informata. È un do ut des per cui il bimbo beneficiario del SAD, per esempio, a Natale manda i disegni, racconta di sé, manda le pagelle…

Vi racconto un episodio. Un po’ di anni fa avevo un cliente che si occupava di SAD. Il cliente stesso aveva adottato a distanza. Ai tempi si parlava di “adozione” e non di “sostegno”. Aveva deciso di sostenere a distanza questa bambina, una bambina indiana. Già non era contento che fosse una bambina perché, insomma, avrebbe preferito un maschietto…

Questa associazione mandava le pagelle dei bambini, quindi anche lui le riceveva. Mi ricordo con divertimento che questo cliente una volta mi disse “l’hanno bocciata!”, era allibito. Diceva “no, ma io adesso la cambio, questa non va bene a scuola”.

Ci sono tante relazioni tra l’associazione e il donatore, che servono proprio a rafforzare il legame tra donazioni e bambini. Alcune sono paradossali come quella che vi ho appena raccontato, nel senso che il bambino beneficiario non è figlio tuo. Mediamente sono bimbi che hanno una famiglia, hanno solo bisogno di essere sostenuti, non di essere adottati, per questo si usa la parola sostegno e non adozione.

Il sostegno simbolico

Il sostegno simbolico è un sostegno, da un punto di vista etico, forse più trasparente perché si sceglie un beneficiario qualunque, che si soluto è un bimbo. Il bimbo si può chiamare Pietro, Giovanni, Antonella – anche una bimba va benissimo – e rappresenta la tipologia per cui si chiede il sostegno.

Si può scegliere un gatto, che rappresenta la tipologia “gatto randagio”, o “gatto europeo”, o “gatto di razza”, cioè una figura che diventa la figura simbolica da sostenere, diventa la protagonista della nostra comunicazione.

Ma non è solo la figura simbolica a ricevere l’aiuto. Lo ricevono tutte quelle figure che simbolicamente sono rappresentate da quel bambino. Quindi, sostanzialmente, è una sorta di aiuto palesemente comunitario rivolto ad una categoria.

Nella strategia di raccolta fondi il sostegno simbolico ha una serie di vantaggi. Per prima cosa la sua narrativa può essere spesa con una discreta efficacia anche attraverso l’offline, quindi attraverso i mailing. È molto più difficile fare SAD in acquisizione attraverso la carta. Non a caso la maggior parte delle associazioni che fanno SAD usano il face to face. Si usa anche molto la tv, però è estremamente costosa.

Invece l’adozione simbolica ha questo vantaggio che funziona bene nel direct mailing: è un unico messaggio, c’è un’unica comunicazione che documenta le attività relative a quel progetto. Non scrivono mille bambini a mille donatori. Per far ciò c’è bisogno di un impegno gigantesco.

La donazione regolare

La donazione a regolare è una donazione a mio avviso molto importante. È una relazione che può preludere ad un upgrading a middle donor e a major donor, perché io donatore scelgo di donare in modo regolare all’associazione.

Il donatore regolare decide di esserlo per due ragioni: perché sceglie l’associazione e questo è grandioso; l’altra ragione è perché si innamora di un progetto.

Quel progetto è il progetto che lui vuole, il progetto che lui ha sposato, il progetto che rappresenta la sua volontà etica di fare del bene. Ed è una donazione assolutamente importante perché è meno è meno emotiva (a mio avviso, questa è una mia opinione ), è più ragionata, è più razionale.

Tiene conto sia del cuore, ovviamente, perché c’è la volontà di fare del bene, ma anche di una parte razionale, che consente al donatore di non farsi sviare da altre realtà e voltare il capo altrove.

Il video dell’intervista a Tiziana